PERUGIA ASSISI: un’armoniosa poesia.
Domenica 7 ottobre 2007 si è svolta la marcia della pace Perugia Assisi, è con tanto entusiasmo che posso dire c’ero anche io. E’ stato tutto molto bello, una poesia direi, armoniosa e spettacolare come le parole che si susseguono creando un’armonia irripetibile. E’ stato importante perché eravamo in tanti, 200.000 dicono gli organizzatori e la prefettura, tante persone, pochi politici, molte associazioni uniti nello stesso percorso e con lo stesso fine: dar voce ai diritti umani. Nell’anno in cui ricorre il 60 esimo anniversario della nascita dell’ONU, la Tavola della Pace ha scelto di mobilitare il suo “popolo arcobaleno” per ricordare che purtroppo i diritti umani sono costantemente calpestati e dimenticati. In questa prospettiva si è cercato di essere solidali con la protesta pacifica e silenziosa dei monaci buddisti del Myanmar, invitando i partecipanti a vestirsi con un indumento rosso. Così è stato, la gente ha risposto anche a questo invito. Erano tante le famiglie, i bambini presenti, facevano tenerezza perché saranno loro il destino di domani. Tanti mi hanno chiesto se per me è stato stancante, se ne è valsa la pena, se marciando ho risolto qualche cosa. E’ la speranza in un mondo migliore che ci fa andare avanti, nonostante le tante difficoltà, è stata dura certo, 24 km a piedi con sbalzi di temperatura fastidiosi non sono proprio simpaticissimi, ma ne è valsa la pena perché ho respirato un’aria migliore, mi sono confrontata con tante persone che mi hanno dato molto, ho sentito le parole di persone che non hanno alcuna intenzione di fare la parte dei Pinocchio di turno, perché il cammino della pace è duro, arduo, faticoso e lungo. Certo che non si risolve solo marciando per qualche km, ma quel giorno il mondo ha avuto un segnale unanime di pace.
E’ stata una marcia popolare. Un fiume di gente che si è ingrossato lungo la strada fino a riempirne un tratto di quindici chilometri. Moltissimi giovani e giovanissimi, molte famiglie, molte mamme con i loro figli in braccio. Poche bandiere di partito e di organizzazione. Ma tanta, tanta gente, sparsa un pò lungo tutto il tragitto fin su alla Rocca Maggiore di Assisi che si è colorata degli stendardi dei comuni piccoli e grandi che hanno scelto di partecipare “schierandosi” dalla parte della pace.
Una marcia così lunga, così ampia, così popolare, senza polemiche è un gran fatto positivo per chi si sente impegnato a costruire un Paese migliore in un mondo migliore. Bene hanno fatto (quasi tutti) i politici presenti a mescolarsi tra la folla senza strumentalizzazioni. Bene farà la politica se deciderà di rispondere alle domande di questa gente, a prendere atto dello spessore dei contenuti e delle proposte, se saprà aprire le istituzioni e i partiti alla società, se saprà investire su di essa, sul suo impegno quotidiano, ricco e generoso. Guai se dovessero prevalere ancora atteggiamenti di sufficienza o di superbia. Non c’è una politica di pace senza il sostegno e la partecipazione dei cittadini.
La Marcia dei diritti umani che è giunta ad Assisi prosegue nelle nostre città, nelle nostre scuole, nei luoghi di lavoro, nelle nostre mille associazioni, negli enti locali per la pace. E’ una marcia faticosa ma positiva, propositiva e costruttiva. Il rammarico che io personalmente mi porto dentro è il silenzio, la pigrizia, l’indifferenza delle istituzioni, delle parrocchie, delle scuole, delle associazioni del mio paese e dei paesi limitrofi. E mi domando perché, perché si predica bene e poi … non si partecipa mai? Mi domando se i silenziosi del 7 ottobre parteciperanno alla prossima giornata diocesana della pace come hanno fatto anche gli anni scorsi. E allora perché non si agisce localmente pensando globalmente? Ma nonostante le molte delusioni è con una speranza che mi addormento la sera, è la solita frase di don Tonino Bello che mi frulla nella testa: "Chi spera cammina, non fugge. Si incarna nella storia. Costruisce il futuro, non lo attende soltanto". Buon Cammino a tutti!
Domenica 7 ottobre 2007 si è svolta la marcia della pace Perugia Assisi, è con tanto entusiasmo che posso dire c’ero anche io. E’ stato tutto molto bello, una poesia direi, armoniosa e spettacolare come le parole che si susseguono creando un’armonia irripetibile. E’ stato importante perché eravamo in tanti, 200.000 dicono gli organizzatori e la prefettura, tante persone, pochi politici, molte associazioni uniti nello stesso percorso e con lo stesso fine: dar voce ai diritti umani. Nell’anno in cui ricorre il 60 esimo anniversario della nascita dell’ONU, la Tavola della Pace ha scelto di mobilitare il suo “popolo arcobaleno” per ricordare che purtroppo i diritti umani sono costantemente calpestati e dimenticati. In questa prospettiva si è cercato di essere solidali con la protesta pacifica e silenziosa dei monaci buddisti del Myanmar, invitando i partecipanti a vestirsi con un indumento rosso. Così è stato, la gente ha risposto anche a questo invito. Erano tante le famiglie, i bambini presenti, facevano tenerezza perché saranno loro il destino di domani. Tanti mi hanno chiesto se per me è stato stancante, se ne è valsa la pena, se marciando ho risolto qualche cosa. E’ la speranza in un mondo migliore che ci fa andare avanti, nonostante le tante difficoltà, è stata dura certo, 24 km a piedi con sbalzi di temperatura fastidiosi non sono proprio simpaticissimi, ma ne è valsa la pena perché ho respirato un’aria migliore, mi sono confrontata con tante persone che mi hanno dato molto, ho sentito le parole di persone che non hanno alcuna intenzione di fare la parte dei Pinocchio di turno, perché il cammino della pace è duro, arduo, faticoso e lungo. Certo che non si risolve solo marciando per qualche km, ma quel giorno il mondo ha avuto un segnale unanime di pace.
E’ stata una marcia popolare. Un fiume di gente che si è ingrossato lungo la strada fino a riempirne un tratto di quindici chilometri. Moltissimi giovani e giovanissimi, molte famiglie, molte mamme con i loro figli in braccio. Poche bandiere di partito e di organizzazione. Ma tanta, tanta gente, sparsa un pò lungo tutto il tragitto fin su alla Rocca Maggiore di Assisi che si è colorata degli stendardi dei comuni piccoli e grandi che hanno scelto di partecipare “schierandosi” dalla parte della pace.
Una marcia così lunga, così ampia, così popolare, senza polemiche è un gran fatto positivo per chi si sente impegnato a costruire un Paese migliore in un mondo migliore. Bene hanno fatto (quasi tutti) i politici presenti a mescolarsi tra la folla senza strumentalizzazioni. Bene farà la politica se deciderà di rispondere alle domande di questa gente, a prendere atto dello spessore dei contenuti e delle proposte, se saprà aprire le istituzioni e i partiti alla società, se saprà investire su di essa, sul suo impegno quotidiano, ricco e generoso. Guai se dovessero prevalere ancora atteggiamenti di sufficienza o di superbia. Non c’è una politica di pace senza il sostegno e la partecipazione dei cittadini.
La Marcia dei diritti umani che è giunta ad Assisi prosegue nelle nostre città, nelle nostre scuole, nei luoghi di lavoro, nelle nostre mille associazioni, negli enti locali per la pace. E’ una marcia faticosa ma positiva, propositiva e costruttiva. Il rammarico che io personalmente mi porto dentro è il silenzio, la pigrizia, l’indifferenza delle istituzioni, delle parrocchie, delle scuole, delle associazioni del mio paese e dei paesi limitrofi. E mi domando perché, perché si predica bene e poi … non si partecipa mai? Mi domando se i silenziosi del 7 ottobre parteciperanno alla prossima giornata diocesana della pace come hanno fatto anche gli anni scorsi. E allora perché non si agisce localmente pensando globalmente? Ma nonostante le molte delusioni è con una speranza che mi addormento la sera, è la solita frase di don Tonino Bello che mi frulla nella testa: "Chi spera cammina, non fugge. Si incarna nella storia. Costruisce il futuro, non lo attende soltanto". Buon Cammino a tutti!
Tiziana Prezio
Antenna Amnesty International
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