giovedì 13 settembre 2007

seme nel deserto #1

Ci siamo sempre chiesti se era possibile parlare di scienze in modo molto semplice, elementare ma non nozionistico, e se era possibile affrontare argomenti impegnativi, come la ricerca scientifica, rendendola comprensibile ai più, profani di tale argomento, quasi come se si raccontasse una storia ad un bimbo.......Quando abbiamo avuto la fortuna di iniziare un bel rapporto di amicizia con il Dott. Davide Mainieri (ricercatore dell'Università di Caserta, ma castrovillarese D.o.c.), questo nostro sogno ha preso le sembianze della realtà. Gli abbiamo proposto il progetto, lui l'ha sposato entusiasta, ed ecco a voi "seme nel deserto"! Una rubrica che inizia con questo articolo ma che sarà uno degli appuntamenti periodici di questo blog. A voi tutti buona lettura.
Salvatore Dessì & Armando Garofalo

La cellula è un insieme di strutture che, svolgendo funzioni molto complesse, sostengono la vita. Si può dire che tutte queste strutture siano racchiuse in un sacchetto di grasso.
Ma per fare un similitudine che tutti possono capire, la cellula è paragonabile ad una Città. Il suo Comune (il nucleo cellulare, dove sono conservati i codici della vita) delibera sul suo buon funzionamento. All'interno della città sono presenti vari quartieri dove si formano persone addette a varie mansioni. Tra i molteplici lavori c'è quello di ambasciatore che riferisce ai quartieri, al Comune o ad altre città la situazione e le urgenze che si vengono a creare di volta in volta con una risposta pronta ed immediata. Insomma tutta la città lavora in sincronia. Queste città sono autosufficienti per quanto riguarda l'energia: all'interno di ogni città sono presenti delle centrali energetiche che producono energia per consentire che tutto vada avanti. Naturalmente la maggior parte del carburante per produrre energia (fondamentale per la vita delle città) proviene dall'esterno ma le città sanno utilizzare anche la maggior parte dei loro componenti per produrre energia. Tutto è finemente controllato ed all'interno delle città esiste un riciclo per far sì che nessun componente vada perduto.
In un tempo molto remoto, si parla di molti milioni di anni fa, esistevano solo città-stato, ogni cellula era autosufficiente in tutto e per tutto. Ancora oggi esistono esempi di città-stato, basta guardare al microscopio una goccia d'acqua prelevata da una stagno.
Ad un certo punto alcune città hanno "deciso" di cooperare formando delle comunità che da semplici sono diventate via via più complesse.
Questa cooperazione tra città si è evoluta in Stato: l'organismo. Le cellule hanno perso la loro potenza per diventare parte dello Stato. Diversi gruppi di cellule hanno assunto specifiche funzioni, perdendone altre. Ci sono città devolute all'accumulo di sostanze di riserva, città che consentono all'organismo di muoversi nello spazio, città di controllo sia a livello centrale che periferico, città deputate alla formazione di ambasciatori e messaggeri che viaggiano per l'intero Stato e tengono informate tutte le città sulla situazione. Ci sono poi città dove si formano i difensori dello Stato, che controllano, incessantemente, che nessun intruso possa scalfire l'equilibrio. Insomma in uno stato tutte le città cooperano per mantenere l'equilibrio.
Biologia, deriva dal greco bios = vita e logos = conoscenza. Il lavoro del ricercatore biologico è la conoscenza di tutti quei meccanismi che consentono la vita.
Rimanendo nel paragone, il ricercatore è un detective alla ricerca delle relazioni che esistono tra i vari componenti della città e tra le diverse città. In questo momento conosciamo la topografia e alcune relazioni, ma siamo ancora molto distanti dal capire la città, in tutti i sensi.
Oggi il ricercatore non può più lavorare da solo, il lavoro di ricerca è un continuo aggiornamento rispetto a tutte le ricerche che ogni singolo ha pubblicato tutto il mondo. Il lavoro del ricercatore si può dividere in un lavoro pratico, in cui ottengono una serie di dati, ed in un lavoro intuitivo e deduttivo, in cui interpreta i dati sulla base di quello che gia si conosce.
Alcune volte la ricerca può essere esaltante ma alcune volte è frustrante. Il ricercatore deve avere molta pazienza e deve saper accettare i fallimenti. Un ricercatore deve avere la mente aperta e non fissata in rigidi inquadramenti che fanno male alla conoscenza. Un ricercatore deve essere positivo anche quando ottiene dei dati che potrebbero confutare la sua ipotesi. Anche un risultato negativo può trasformarsi in un risultato positivo.
Qualcuno potrebbe chiedersi: ma a cosa serve tutta questa ricerca? Beh, le città continuano ad esistere anche se noi non le conosciamo ancora alla perfezione, ed ugualmente fanno gli Stati. In risposta a questo ci sono due possibili alternative. Una più ideale, secondo la quale l'uomo è nato per conoscere, e questa non è una mia idea, ma proviene da uno dei più grandi poeti, Dante Alighieri. L'altra, più applicativa, per cui conoscere la città ci consente di intervenire in un mal funzionamento delle città stesse. Ecco, la ricerca ci consente di migliorare le piante a scopo alimentare, ci consente di utilizzare piante e microrganismi per ripulire l'ambiente sporcato dall'uomo. Insomma, la ricerca applicata è utile in tutti i campi della vita umana, e non solo in quello biomedico Il lavoro del ricercatore è un lavoro lungo ma consente, con la cooperazione, di far evolvere questo mondo in modo equilibrato.
Ricerca = sviluppo. Sviluppo = miglioramento della vita di tutti i giorni.
Davide Mainieri

1 commento:

Anonimo ha detto...

ma i mitocondri nell'abito dello sviluppo della cellula?