Datemi il benvenuto (...ah Cosenza!!!...).
Cari lettori, eccomi ci sono anche io in questo nuovo spazio pensato per discutere, per parlare e magari anche per confrontarmi, sperando che da ciò possa ricavarsi qualcosa di costruttivo in caso contrario, poco importa, ci saremo fatti quattro chiacchiere, come al bar...da ciò il titolo del post.
Ho letto i precedenti post e devo dire che il livello, con l'aggiunta del mio, si abbasserà notevolmente, e di ciò mi scuso con gli intellettuali castrovillaresi e crotonesi che eventualmente mi leggeranno, ma lasciamo spazio anche a un pò di sana chiacchiera, magari su luoghi comuni o su cose dette e ridette. Approfitto di questo spazio gentilemente offertomi da due ragazzi che ci hanno sempre provato e che non demordono mai, e questo gli fà onore, visto l'alto numero di contatti che riceve il loro sito, che certo lo rende vetrina interessante per chi vuole comunicare qualcosa, e io, insomma, ci vorrei provare. Quanto a voi tutti, spero che parteciperete numerosi, più siete e più si chiacchiera, non abbiate paura delle vostre idee e magari anche del vostro italiano scritto, l'importante è comunicare: io stesso non sono Leopardi o Foscolo, quindi relax allo stato puro e sfogatevi, dite la vostra: una comunità dove non si parla, dove non si discute sui problemi che la affliggono è una comunità morta e forse anche sepolta!!! Ringrazio quindi tutti e lancio la prima "chiacchiera"...
Io vivo a Roma oramai da un pezzo, ma quest'anno sono tornato giù spesso (a Castrovillari, intendo) per ultimare la mia pratica da avvocato. L'altro giorno accompagnando l'avvocato da cui faccio pratica in udienza al Tribunale di Cosenza ho avuto modo di rivedere l'area urbana della "nostra" città capoluogo, e sono rimasto a bocca aperta. Vengo dalla città più grande d'Italia e certo non mi meraviglio facilmente nel vedere certe cose, ma per Cosenza mi è successo. Ci mancavo da qualche anno e devo dire che il colpo d'occhio che ho avuto vedendola dall'autostrada e poi percorrendo nel suo interno, mi ha lasciato "di stucco": una realtà in movimento, si vede e si percepisce, come si nota la ricchezza dell'indotto che le gira intorno. Sono rimasto colpito, per due ragioni: la prima, è vedere una realtà meridionale, calabrese in particolare (la Calabria è la maglia nera in ogni sondaggio o rilevamento di parametri economico-sociali...sic!), così attiva e in progress; la seconda, è notare il balzo, la voragine, il burrone, il dislivello, che esiste tra quella realtà (e intendo di tutta l'area urbana cosentina), e quella che le sta intorno, compresa la nostra naturalmente, anzi è proprio con l'area del Pollino, evidentemente, che ho fatto il paragone. Lo sò ci sono dei costi a questo sviluppo, come sosteneva il mio amico avvocato in auto al ritorno, di criminalità e di lesione barbara del territorio, però devo dire con grande onestà e provocatoriamente....ma chi se ne FREGA!!! Sono consapevole del fatto che Cosenza è sempre stata considerata anche dalle istituzioni, nazionali e regionali, una sorta di "isola felice", nella quale allocare TUTTO e dico proprio TUTTO: avete notato, TUTTO ciò che si fà dalle parti nostre, che ha un certo rilievo, si fà a Cosenza, TUTTO ciò che è produzione e scambio di beni e servizi viene localizzato, anche dalla produzione transnazionale, a Cosenza. Mi sono chiesto nel tormentato viaggio di ritorno, disturbato anche dall'incessante caldo calabrese e dall'aria condizionata altalenante della macchina, dov'è che noi abbiamo sbagliato e loro hanno fatto bene. La differenza è veramente abissale, un motivo deve esserci, e certo non è da rintracciarsi nelle particolari doti dei cosentini, con ciò naturalmente non voglio sminuire nessuno, anzi a loro riconosco una forte determinazione e ambizione (spesso vista come presunzione), caratteristiche queste che oramai dalle parti nostre si sono completamente perse a favore di un mero spirito di autoconservazione volto all'immobilismo e alla rassegnazione. Ripeto: ma dov'è il problema? Non mi dite la classe politica, perchè francamente noi non la abbiamo mai avuta: abbiamo mai avuto un deputato o un senatore degno di questo nome (ammesso che ce ne siano!!!) o un ministro o anche semplicemente un assessore regionale? Mai, o almeno io non me lo ricordo. Mi chiedo poi: ma perchè abbiamo sempre fatto la "guerra" a Cosenza? Noi con le nostre spade di cartone e per giunta spuntate, abbiamo avuto la presunzione di sfidare un'armata di ministri, deputati, senatori, consiglieri regionali e assessori, imprenditori ricchi e potenti, professionisti affermati: la sconfitta era inevitabile. E allora non sarebbe stato meglio metterci sotto le ali protettive della potente città capoluogo di provincia ed evitare di sognare il mito della targa "CV", e forse godere, anche noi, di qualche pezzettino lasciato cadere dalla ricca abbuffata di soldi pubblici di cui ha goduto e continua a godere Cosenza, sperando che questa magari un pò sazia lasciasse qualche cosina anche per noi, che probabilmente non ci avrebbe riempito lo stomaco, ma sicuramente ce lo avrebbe "appuntato"? Forse l'idea, "meglio essere temuti che amati", noi non ce lo potevamo permettere e abbiamo fatto più danni che successi perseguendola? E sopratutto, se proprio dovevamo sfidare il colosso non avremmo dovuto costruire una rete di sicure alleanze con realtà politico-economiche che, unite ai nostri scarsi mezzi, avrebbero, forse, a noi consentito di lottare adeguatamente? Nulla di tutto ciò, l'armata Brancaleone, combatte fiera e sprezzante da sola, non ci resta che accontentarci del rifacimento del manto stradale, della festa della Santa Patrona e delle vecchiaredde in piazza e della sclatta castrovillarese, famosa ovunque in zona, di gente che “crede” di vivere in città.
Francesco Tedeschi
dal blog "La scrittura è il più bel gioco del mondo"