martedì 29 luglio 2008

chiacchiere da bar #1


Datemi il benvenuto (...ah Cosenza!!!...).
Cari lettori, eccomi ci sono anche io in questo nuovo spazio pensato per discutere, per parlare e magari anche per confrontarmi, sperando che da ciò possa ricavarsi qualcosa di costruttivo in caso contrario, poco importa, ci saremo fatti quattro chiacchiere, come al bar...da ciò il titolo del post.
Ho letto i precedenti post e devo dire che il livello, con l'aggiunta del mio, si abbasserà notevolmente, e di ciò mi scuso con gli intellettuali castrovillaresi e crotonesi che eventualmente mi leggeranno, ma lasciamo spazio anche a un pò di sana chiacchiera, magari su luoghi comuni o su cose dette e ridette. Approfitto di questo spazio gentilemente offertomi da due ragazzi che ci hanno sempre provato e che non demordono mai, e questo gli fà onore, visto l'alto numero di contatti che riceve il loro sito, che certo lo rende vetrina interessante per chi vuole comunicare qualcosa, e io, insomma, ci vorrei provare. Quanto a voi tutti, spero che parteciperete numerosi, più siete e più si chiacchiera, non abbiate paura delle vostre idee e magari anche del vostro italiano scritto, l'importante è comunicare: io stesso non sono Leopardi o Foscolo, quindi relax allo stato puro e sfogatevi, dite la vostra: una comunità dove non si parla, dove non si discute sui problemi che la affliggono è una comunità morta e forse anche sepolta!!! Ringrazio quindi tutti e lancio la prima "chiacchiera"...
Io vivo a Roma oramai da un pezzo, ma quest'anno sono tornato giù spesso (a Castrovillari, intendo) per ultimare la mia pratica da avvocato. L'altro giorno accompagnando l'avvocato da cui faccio pratica in udienza al Tribunale di Cosenza ho avuto modo di rivedere l'area urbana della "nostra" città capoluogo, e sono rimasto a bocca aperta. Vengo dalla città più grande d'Italia e certo non mi meraviglio facilmente nel vedere certe cose, ma per Cosenza mi è successo. Ci mancavo da qualche anno e devo dire che il colpo d'occhio che ho avuto vedendola dall'autostrada e poi percorrendo nel suo interno, mi ha lasciato "di stucco": una realtà in movimento, si vede e si percepisce, come si nota la ricchezza dell'indotto che le gira intorno. Sono rimasto colpito, per due ragioni: la prima, è vedere una realtà meridionale, calabrese in particolare (la Calabria è la maglia nera in ogni sondaggio o rilevamento di parametri economico-sociali...sic!), così attiva e in progress; la seconda, è notare il balzo, la voragine, il burrone, il dislivello, che esiste tra quella realtà (e intendo di tutta l'area urbana cosentina), e quella che le sta intorno, compresa la nostra naturalmente, anzi è proprio con l'area del Pollino, evidentemente, che ho fatto il paragone. Lo sò ci sono dei costi a questo sviluppo, come sosteneva il mio amico avvocato in auto al ritorno, di criminalità e di lesione barbara del territorio, però devo dire con grande onestà e provocatoriamente....ma chi se ne FREGA!!! Sono consapevole del fatto che Cosenza è sempre stata considerata anche dalle istituzioni, nazionali e regionali, una sorta di "isola felice", nella quale allocare TUTTO e dico proprio TUTTO: avete notato, TUTTO ciò che si fà dalle parti nostre, che ha un certo rilievo, si fà a Cosenza, TUTTO ciò che è produzione e scambio di beni e servizi viene localizzato, anche dalla produzione transnazionale, a Cosenza. Mi sono chiesto nel tormentato viaggio di ritorno, disturbato anche dall'incessante caldo calabrese e dall'aria condizionata altalenante della macchina, dov'è che noi abbiamo sbagliato e loro hanno fatto bene. La differenza è veramente abissale, un motivo deve esserci, e certo non è da rintracciarsi nelle particolari doti dei cosentini, con ciò naturalmente non voglio sminuire nessuno, anzi a loro riconosco una forte determinazione e ambizione (spesso vista come presunzione), caratteristiche queste che oramai dalle parti nostre si sono completamente perse a favore di un mero spirito di autoconservazione volto all'immobilismo e alla rassegnazione. Ripeto: ma dov'è il problema? Non mi dite la classe politica, perchè francamente noi non la abbiamo mai avuta: abbiamo mai avuto un deputato o un senatore degno di questo nome (ammesso che ce ne siano!!!) o un ministro o anche semplicemente un assessore regionale? Mai, o almeno io non me lo ricordo. Mi chiedo poi: ma perchè abbiamo sempre fatto la "guerra" a Cosenza? Noi con le nostre spade di cartone e per giunta spuntate, abbiamo avuto la presunzione di sfidare un'armata di ministri, deputati, senatori, consiglieri regionali e assessori, imprenditori ricchi e potenti, professionisti affermati: la sconfitta era inevitabile. E allora non sarebbe stato meglio metterci sotto le ali protettive della potente città capoluogo di provincia ed evitare di sognare il mito della targa "CV", e forse godere, anche noi, di qualche pezzettino lasciato cadere dalla ricca abbuffata di soldi pubblici di cui ha goduto e continua a godere Cosenza, sperando che questa magari un pò sazia lasciasse qualche cosina anche per noi, che probabilmente non ci avrebbe riempito lo stomaco, ma sicuramente ce lo avrebbe "appuntato"? Forse l'idea, "meglio essere temuti che amati", noi non ce lo potevamo permettere e abbiamo fatto più danni che successi perseguendola? E sopratutto, se proprio dovevamo sfidare il colosso non avremmo dovuto costruire una rete di sicure alleanze con realtà politico-economiche che, unite ai nostri scarsi mezzi, avrebbero, forse, a noi consentito di lottare adeguatamente? Nulla di tutto ciò, l'armata Brancaleone, combatte fiera e sprezzante da sola, non ci resta che accontentarci del rifacimento del manto stradale, della festa della Santa Patrona e delle vecchiaredde in piazza e della sclatta castrovillarese, famosa ovunque in zona, di gente che “crede” di vivere in città.

Francesco Tedeschi

sabato 19 luglio 2008

Raiz - concerto a Castrovillari

Il Dome club e Gianni Colaci, in collaborazione con l'Associazione culturale Chimera e l'Associazione culturale diaframmi, presentano il concerto acustico di Raiz, lunedì 28 Luglio 2008 alle ore 22:00 presso il teatro Sybaris al Protoconvento Francescano di Castrovillari.

Per info e prevendite si può far riferimento a:
Dome club
piazza Vittorio Emanuele II
Castrovillari
Dany Music
via Mazzini
Castrovillari
Gianni Colaci
347.1860132

Salvatore Dessì & Armando Garofalo

domenica 13 luglio 2008

i santi di strada

diaframmi riprende il suo cammino sospinto semplicemente dalla curiosità di conoscere e riscoprire la memoria della propria città! Memoria storica che vive ancora nel silenzio dei vicoli e stradine inestricabili che sussurrano e raccontano storie di vita quotidiana! Una città che sopravvive sepolta nella città, che rappresenta il passato e che dovrebbe essere il futuro di Castrovillari ma che di certo non è il presente! Stiamo parlando del centro storico, che fino ad un secolo fa era “tutta la città” e che ora è un margine, diviso da un’altra città in cerca di identità! In questo nuovo viaggio fatto di soste fisiche e mentali abbiamo scorto piccoli segni che pur passando talora inosservati, testimoniano un altrettanto ricco patrimonio “diffuso” e minuto, suggestivo e folclorico, di espressioni devozionali e popolari. Sparse per i vicoli e gli angoli meno conosciuti della città piccole immagini religiose, esposte con le forme architettoniche e con gli accorgimenti più diversi, raccontano storie di vita quotidiana e di devozione popolare, edicole sacre dedicate ai santi patroni della città o semplicemente dedicate ai santi protettori di famiglie o di quartiere. Alcune di queste sono ancora oggetto di cura da parte degli abitanti di questi vicoli, a cui prestano la loro attenzione con la devozione di sempre, pulendole, ornandole di fiori e di luci perché di sera rimangano illuminate, spesso facendole restaurare o ridipingere nel ripetuto tentativo forse di accaparrarsi le virtù o il favore della Madonna o del Santo rappresentati. Questo post dedicato a “i santi di strada” con la piccola raccolta fotografica che qui di seguito vi proponiamo vuole essere un modo anche per sottrarre dall’oblio e recuperare la memoria storica di un piccolo patrimonio minacciato da quei simboli della modernità che ne stanno deturpando la sua unicità. Al di là delle grandi emergenze le piccole edicole votive raccontano storie e custodiscono i segreti di aspetti dimenticati che caratterizzavano il cuore della città e facevano parte della sua “cultura sociale”; umori e voci della memoria che sono il sostrato indispensabile per ogni progetto di recupero.
Salvatore Dessì & Armando Garofalo